Il made in Italy che guarda alla qualità deve credere nella comunicazione
novembre 10, 2009 by Italo
Il Made in Italy: esiste una relazione sul dove si produce? O è meglio concentrarsi sul come?
Esiste una “cattiva immagine” per le aziende che producono all’estero?
Ne parla Marini, intervistato nella sede della Fondazione Nord Est.
L’approccio è senz’altro condivisibile, visto che noi indicavamo l’esempio dell’Apple quando abbiamo parlato di moda made in Italy prodotta in parte in Slovacchia.
Il fenomeno è complesso perchè rimodella, e spesso riqualifica, il legame tra azienda e territorio d’origine e coprende il cambio generale del mondo del lavoro.
In uno dei primi post di questo blog, citando infatti una ricerca dello stesso Marini (D. Marini, a cura di, L’Italia delle imprese. Rapporto 2007), indicavamo che “percorsi di internazionalizzazione modificano non solamente la geografia dei processi produttivi e dei flussi di merci ma incidono profondamente l’immaginario collettivo“.
Vista dalla Slovacchia e da una Camera di Commercio Italiana all’estero, la questione è fondamentale: la stessa mission di Italoblog risponde in parte a questa esigenza e segue, in qualche modo, l’idea di Marini di aggiornare l’immaginario collettivo.
L’esigenza è di “aprire” i luoghi di produzione per puntare a superare, specie per più giovani, l’idea “Chapliana” di lavoro.
Speriamo di essere nella direzione giusta: fin’ora sono stati intervistati molti imprenditori protogonisti dell’internazionalizzazione. Le loro visioni sono disponibili sul blog e su youtube, divenute le piattaforme dello storytelling collettivo della comunità della Camera di Commercio Italo-Slovacca.
[...] Per quanto riguarda i contenuti, è bastato mettere un telecamera davanti agli uomini del fare: i racconti e le impressioni, tra economia reale e vita vera, stanno piano piano formando uno storytelling collettivo che, in parte, colma quel vuoto comunicativo che colpisce un pò tutte le aziende, come ricordava Marini della Fondazione Nord Est. [...]