La risposta delle imprese italiane
febbraio 28, 2009 by Italo
Le imprese hanno risposto in modo positivo al mutare delle condizioni di competitività imposte dall’introduzione dell’euro, dall’emergere di nuove economie e nuovi Paesi in diretta concorrenza con le attività tipiche del made in italy.
La risposta si è realizzata, da un lato, in una positiva, seppur dolorosa, selezione delle aziende; dall’altro in un’intensa trasformazione delle imprese che hanno saputo inventarsi nuovi vantaggi competitivi.
Le pressioni della globalizzazione hanno indotto una reazione volta a cogliere le grandi opportunità offerte dal nuovo scenario, oltre che a contenerne i rischi. Al cuore di questa reazione è una strategia consapevole di presenza sui mercati internazionali.
Il dinamismo delle esportazioni, vero motore dell’economia italiana, è solo l’aspetto più visibile di questo fenomeno complesso: una vocazione internazionale nota nei contorni generali ma di fatto mai indagata nelle sue dinamiche profonde, nelle strategie che la orientano, nelle direttrici geografiche e nelle modalità di radicamento nei mercati mondiali.
Un dato emerge con chiarezza: la stagione della delocalizzazione alla ricerca di bassi costi di produzione è finita da un pezzo. Si è trasformata consapevolmente in una sorta di internazionalizzazione ‘invisibile’, che non è fatta solo di export e di investimenti diretti all’estero ma principalmente di conoscenza e, dunque, di reti di imprese e di investimenti in comunicazione, logistica, sistemi di garanzia verso il cliente.
Non è allocando meglio fattori immobili ma propagando conoscenze da un luogo all’altro del mondo che la nuova internazionalizzazione si impone e crea valore. La logica più profonda che la governa è il presidio strategico di nuovi mercati. Le più dinamiche delle medie imprese si sono messe da tempo su questa strada e anche le piccole si fanno contaminare e ne seguono il percorso virtuoso.
[...] La risposta delle aziende italiane deve essere trasparente perchè ”un dato emerge con chiarezza: la stagione della delocalizzazione alla ricerca di bassi costi di produzione è finita da un pezzo. Si è trasformata consapevolmente in una sorta di internazionalizzazione ‘invisibile’, che non è fatta solo di export e di investimenti diretti all’estero ma principalmente di conoscenza e, dunque, di reti di imprese e di investimenti in comunicazione, logistica, sistemi di garanzia verso il cliente“. [...]
[...] un nuovo cambio di vista: le imprese italiane vivono un’intensa trasformazione e non tutte hanno saputo inventarsi nuovi vantaggi competitivi sia per la scarsa diffusione delle ITC, segno di una scarsa propensione alla innovazione [...]